Trovandosi nelle stesse condizioni di rischio in cui (come presentate dagli organi ufficiali di stampa) si trovava Angelina Jolie, ha sicuramente fatto bene. E’ ovvio che la validità di questa affermazione si fonda sull’alta probabilità, quasi certezza, che ha l’organo mammario di andare incontro ad una trasformazione neoplastica. La ricostruzione mammaria postneoplastica, in effetti, ha fatto negli ultimi anni passi da giganti che permettono, con le nuove tecnologie, risultati inaspettati fino a pochi anni fa e queste ricostruzioni possono essere fatte in tutte le unità operative di chirurgia plastica qualificate (nella nostra unità operativa le ricostruzioni mammarie sono diventate interventi routinari ed il risultato delle ricostruzioni, al termine dell’iter, è molto spesso eccellente). Il percorso, però, per ottenere i buoni risultati definitivi richiede molti step operatori, ciascuno con la propria maggiore o minore invasività. Inoltre talora è necessaria una integrazione di tessuto che non presenta certo le stesse caratteristiche del rivestimento cutaneo della mammella. La mastectomia sottocutanea, invece, consiste nell’asportazione della ghiandola mammaria lasciando l’integrità del mantello cutaneo e del complesso areolo capezzolo ottenendo un risultato che, nei casi migliori, lascia, anche per un occhio esperto la difficoltà di depistare i casi sottoposti o meno ad un tale intervento operatorio. E l’intervento somiglia in buona parte a quello che si fa nella mastoplastica additiva.

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JOLIE Bellezza e Armonia | Interventi di Mastoplastica Additiva. Sono migliori gli interventi con la protesi o senza? con posizionamento sotto ghiandolare o sotto muscolare? Quali sono i pro e contro? Ci risponde in questa 2° puntata di JOLIE, il Prof. Raoul Franchi

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